Parleremo di Pam Grier, di blaxploitation, di miei attori preferiti in quel genere di film, attori che come Pam Grier avrete conosciuto oggi, grazie a Tarantino…

La Blaxploitation – fusione delle due parole inglesi black (nero) ed exploitation (sfruttamento) – è stato un genere di film che nacque negli Stati Uniti, nei primi anni settanta, quando molti film d’exploitation furono realizzati a basso costo avendo come pubblico di riferimento gli afroamericani.

I film avevano principalmente attori afroamericani, erano diretti da registi afroamericani ma anche bianchi, e furono i primi ad avere colonne sonore di musica soul o funk. Sebbene criticati dagli attivisti per i diritti civili a causa del loro uso di stereotipi, essi riscossero grande successo colmando la lacuna inerente all’offerta di intrattenimento appositamente creato per gli afroamericani e furono immensamente popolari tra il pubblico di colore, ma anche tra i bianchi.

Il termine blaxploitation è stato sempre contestato dagli attori e dai registi che ne presero parte, perché considerato offensivo e poco valorizzante

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Il primo vero film blaxploitation è considerato Sweet Sweetback’s Baadasssss Song,[1] film indipendente scritto, diretto e interpretato da Melvin Van Peebles nel 1971. Il film narra di un gigolò afroamericano che dopo aver ucciso due poliziotti è braccato ed è costretto a una perenne fuga, ed è stato il primo film a mostrare un afroamericano che si ribella all’uomo bianco e alla fine riesce a salvarsi.[1] Costato appena 150.000 dollari, il film ne incassò 15.180.000 e aprì la strada agli altri film con protagonisti eroi afroamericani.[1]

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Il film che rese popolare la blaxploitation fu però Shaft il detective,[1] diretto da Gordon Parks nel 1971. Il film narra di un detective privato afroamericano, interpretato dall’ex modello Richard Roundtree, che per trovare una ragazza rapita media tra la mafia e la polizia. Shaft riscosse un enorme successo di pubblico: costato 1.200.000 dollari, ne incassò 12.000.000.[1] Inoltre vinse un Oscar per la migliore canzone, andato ad Isaac Hayes, e ricevette un’altra nomination per la colonna sonora. Prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer, all’epoca in grave crisi, il film salvò la casa di produzione dalla bancarotta.[5] Shaft generò due sequel: Shaft colpisce ancora, diretto nel 1972 da Gordon Parks, e Shaft e i mercanti di schiavi, diretto da John Guillermin nel 1973. Nel 2000 fu girato il remake, Shaft, diretto dall’afroamericano John Singleton e interpretato da Samuel L. Jackson

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